La mediazione scolastica ricompone i conflitti che si sviluppano dentro e fuori le aule: tra allievi e allievi, tra docenti e allievi, docenti e docenti, come tra allievi o docenti e genitori degli allievi.
L’obiettivo principe è quello di aiutare a ridurre le tensioni che possono sorgere all’interno del sistema scuola allo scopo di riscoprire relazioni costruttive sul piano umano, individuale e sociale.
In particolare, la mediazione scolastica ha l’obiettivo di far conoscere ai ragazzi un modo diverso di affrontare il conflitto, una modalità alternativa alla fuga e all’aggressione.
Lavorando sulle emozioni, si accresce la capacità di ascolto, si impara ad accettare l’altro, accoglierlo, ascoltarlo ed essere ascoltati.
“La mediazione accoglie il disordine. È un momento, un luogo, in cui è possibile esprimere le nostre differenze e riconoscere quelle degli altri. È un incontro nel quale si scopre che i nostri conflitti non sono necessariamente distruttivi, ma possono essere anche generatori di un nuovo rapporto”. J. Morineau.
ll progetto di Mediazione scolastica che propongo, unitamente alla mia collega, Carlotta Di Francesco, mira a considerare e a comporre i conflitti che si sviluppano nelle aule della scuola primaria, in particolare IV, V e scuola secondaria di I grado.
È, infatti, in un momento così importante di iniziale riconoscimento di sé e dell’altro, di sviluppo dell’autoconsapevolezza come della costruzione della relazione sociale, che il conflitto inizia a manifestarsi. Nella scuola primaria si verificano le prime c.d. «relazioni verticali» con le istituzioni ed è proprio nella scuola primaria che si utilizzano quegli strumenti, come il gioco, la narrazione, le attività di gruppo, fondamentali anche nella mediazione scolastica.
I bambini attraverso simulazioni, giochi di ruolo e momenti pratico-esperienziali esplorano i vissuti personali propri e altrui, sperimentando il passaggio da uno stato di potenziale sofferenza o disagio, originato dal conflitto, ad un ritrovato equilibrio emotivo.
Nei conflitti appare spesso solo la parte pretestuosa, mentre quella più pregnante rimane celata.
La modalità efficace di gestione di queste situazioni non può essere né direttiva né interventista perché estremamente soggettiva.
È necessario, quindi, stimolare i bambini affinché riescano ad attivare risorse interiori e strategie personali per affrontare efficacemente il problema.
Non esiste la soluzione di un conflitto: se ci si focalizza sulla soluzione si rischia di affrontare solo la parte pretestuosa della situazione conflittuale e di lasciare la vera questione nascosta e irrisolta.
Come da L. n. 71/2017 (agg. 2021) «Prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo», la Mediazione scolastica costituisce una risorsa preziosa per la prevenzione di quelle dinamiche che attuano comportamenti persecutori tipici del bullismo quali:
– una prepotenza intenzionale e orientata a creare un danno;
– una prepotenza che si procrastina nel tempo verso una stessa vittima;
– la presa di mira di un soggetto debole in quanto incapace di difendersi;
– l’attuazione di prevaricazioni che avvengono di fronte ad un gruppo.
La stimolazione diretta, in aula, di bambini e ragazzi finalizzata all’utilizzo di strumenti di mediazione e buone pratiche relazionali contribuisce alla costruzione di un mondo migliore nel quale la gestione dei conflitti passi attraverso il dialogo e la comunicazione delle emozioni, trasformandosi in opportunità di cooperazione e crescita.
Uscire dall’idea che qualcuno sia la causa di qualcosa, che per forza in un conflitto qualcuno debba avere la colpa e qualcun altro debba essere, invece, assolto completamente, ci consente di avvicinarci maggiormente all’idea di comunicazione tra pari.